sabato 9 novembre 2013

Recensione LG Nexus 5, il top di gamma che si finge uno qualunque

Finalmente è arrivato questo momento. 
Da quanto ricordo è almeno da Agosto che aspetto impaziente di poter mettere le mani sulla nuova incarnazione della famiglia Nexus nel segmento smartphone. Ho passato più di un mese senza un telefono mio (ringrazio Silvia per avermi "donato" il suo) e il susseguirsi di rumors, di date ipotetiche e di presunte specifiche tecniche mi ha logorato nell'anima. 
Il giovedì della presentazione sono tornato bambino e ho fatto una cosa che mi ero ripromesso di non fare mai con un prodotto tecnologico: comprare al day 1. È stata una scelta dettata dalla paura di veder presto esaurito il prodotto, come fu per il Nexus 4 lo scorso anno, e aspettare magari mesi prima di riceverlo. 
La domanda che mi pongo con questa recensione è: ho fatto una scelta avventata? 
Proviamo a dare una risposta.

L'oggetto del desiderio
Prodotto da LG, venduto e gestito da Google, il Nexus 5 è il secondo smartphone creato tramite questa collaborazione. È anche il secondo smartphone venduto ad un prezzo più accessibile rispetto alla concorrenza, senza fare troppi compromessi con la qualità.
Analizziamo nel dettaglio gli aspetti fondamentali di questo dispositivo.

- CONFEZIONE


Il contenuto della scatola è ridotto all'osso: caricabatteria, cavo USB, clip metallica per rimuovere il vano della Micro-Sim, qualche scheda illustrativa e, ovviamente, il telefono.
Non trovare gli auricolari disorienta un po' ma il risparmio (o la taccagneria di Google) porta anche a questo. 

- DESIGN

Le dimensioni del Nexus 5 sono di 137.84 x 69.17 x 8.59 mm con un peso di 130gr. Le generose linee che lo contraddistinguono non balzano all'occhio come qualcosa di ricercato. A volerlo descrivere direi che è un rettangolo con gli angoli smussati (molto poco), cosa che non a tutti può piacere. La grandezza è in linea con quelle di altri smartphone nel panorama Android, dove la tendenza all'aumento delle dimensioni del display sembra inarrestabile. In mano risulta molto leggero, segno di una buona distribuzione del peso, e la presa è solida.
Nella parte frontale gli unici dettagli visibili sono la capsula auricolare e la fotocamera, senza alcun tasto fisico, tutto questo a favore di un design bello e pulito. 


Sul lato sinistro troviamo il bilanciere del volume, sul lato destro il tasto power e lo slot per la Micro-Sim.
In alto trova posto il jack audio per gli auricolari mentre in basso si notano 2 zone forate, per lo speaker e il microfono, e la presa Micro-Usb. I tasti in ceramica restituiscono un ottima solidità, anche se quello power ha un minimo di "gioco" all'interno del suo alloggiamento.



Nel modello in colorazione nera il contorno del device è opaco (come si vede nelle foto) mentre in quello bianco è lucido. Preferisco di gran lunga la prima soluzione, sia esteticamente sia per la maggiore resistenza alle ditate. Sinceramente fatico a capire il perché di questa scelta, probabilmente hanno voluto dare ancora più risalto al contrasto bianco-nero, ma non mi sembra una scelta felice.
La capsula auricolare di colore bianco, invece, è un dettaglio molto ben riuscito.


La parte posteriore è quella che ho apprezzato di più. L'anno scorso abbandonai l'idea di prendere il Nexus 4 anche perché il retro in vetro mi sembrava una scelta insensata (troppo fragile). Sono felice di vedere che hanno corretto il tiro quest'anno. La plastica non dà la sensazione di un telefono di scarsa qualità, come fa invece quella del Galaxy S4, anzi è molto piacevole al tatto e non produce nessuno strano scricchiolio. 
La grossa fotocamera e il led si notano immediatamente e sembrano voler sottolineare la grandezza del tutto. Il retro così realizzato mi ha ricordato molto quello del Nexus 7, anche per la scritta "Nexus" che taglia in verticale il telefono.

Solido, bello e semplice. Questo è il tris di aggettivi che affibbio al design del Nexus 5. Difficilmente avrei potuto chiedere di più sotto questo punto di vista. Sono un sostenitore della cara vecchia plastica e la sensazione che dà tenere in mano questo dispositivo è una delle migliori che abbia mai provato.


- SCHERMO


Lo schermo è sbalorditivo. Misura 4.95" per una risoluzione di 1920x1080 (FullHD) che permettere di raggiungere una densità di pixel pari a 445 ppi, protetto da Gorilla Glass 3. Chiunque abbia mai usato un dispositivo con display HD (o con circa 300 ppi) penserà di aver visto tutto e che andare oltre sia una semplice sboronata tecnica. Lo pensavo anche io e la verità è che mi sbagliavo di grosso. La differenza c'è e si vede.

Le scritte, le immagini, tutto in questo telefono sembra stampato. I caratteri più piccoli sono perfettamente definiti, ci sono abbastanza pixel per tutti. L'utilizzo del FullHD è una mossa azzeccata, gli occhi umani apprezzano sicuramente il miglioramento. Ma, anche se la risoluzione è forse il più importante, ci sono altri punti da curare per rendere un display davvero ottimo. I colori sono molto piacevoli se paragonati a quelli di altri top di gamma. Personalmente sono un amante degli Amoled e non ricerco la fedeltà assoluta dei colori, preferisco che si esageri un po' rendendo tutto più vivo e innaturale (non sto lavorando in uno studio fotografico, è un telefono. Non mi interessa che i colori siano reali).

Anche negli angoli di visione il Nexus 5 si difende bene, anche se non senza qualche sbavatura. Ad esempio inclinando la testa si può notare facilmente una sottile linea di luce proveniente dalla retroilluminazione. Niente di visibile durante il normale utilizzo ma comunque è da sottolineare. 

Non mi dilungo in altre considerazioni poiché non ho i mezzi tecnici per un'analisi del genere e i miei giudizi potrebbero essere dettati solo da fattori personali che poco hanno a che fare con la realtà dei fatti. 
Quello che posso dire è che visivamente il display del Nexus 5 colpisce, sia per qualità che per definizione dell'immagine. Questo schermo è il giusto strumento per godere appieno di un telefono di questo tipo.

- FOTOCAMERA


E qui casca l'asino. Già, perché su questo punto quelli di Mountain View devono avere le idee poco chiare. Diciamocelo, le fotocamere dei Nexus non sono mai state niente di eccezionale, quindi perché aspettarsi di più dall'ultimo nato? Ecco perché:

Per i non anglofoni il significato è più o meno questo: "Ci siamo impegnati per rendere i telefoni Nexus delle macchine fotografiche grandiose. Aspetta e vedrai."
Tutto questo accade circa a metà febbraio. Sono passati quasi 9 mesi e la creatura uscita fuori da questa gestazione è tutto meno che grandiosa. È buona.
La fotocamera posteriore è da 8MP, registra video in FullHD, sfrutta l'HDR+ ed è dotata di flash led e OIS. Quella frontale è da 1.3MP.
Intendiamoci, rispetto al Nexus 4 il passo avanti è notevole. La stabilizzazione ottica dell'immagine fa bene il suo lavoro e riesce a eliminare i tremolii, anche se insistenti. Il flash è potente e l'audio nei video è mediocre, senza troppi disturbi esterni. Nelle foto interne, o con poca luminosità, il sensore riesce a catturare molta luce e l'HDR+ riesce a creare ottime foto se si capisce quando è il caso di usarlo. Infine le macro sono di ottima qualità.
Nonostante tutti questi buoni risultati, fare una bella foto con il Nexus 5 è tutt'altro che semplice. 
All'aperto il sensore tende a bruciare le parti dell'immagine dove ci sono soggetti esposti ad una luce intensa, l'effetto è molto accentuato e il comportamento della fotocamera, in questo frangente, è scarso rispetto a quello che si può ottenere con altri telefoni. 
L'auto focus sembra funzionare un po' a singhiozzo e spesso dovrete attivarlo in modo manuale per evitare una cattiva messa a fuoco. 
Durante la ripresa di un video con scarsa luminosità l'auto focus si trova spesso in difficoltà e si nota anche un vistoso calo del framerate (cosa che non mi capitava di vedere da almeno un annetto).
Tutti questi inconvenienti portano al fatto che difficilmente potrete togliere dalla tasca il Nexus 5, fare una foto, ed essere pienamente soddisfatti del risultato. All'aperto dovrete attivare l'HDR+ per risolvere il problema della sovraesposizione (la cosa, per fortuna, funziona egregiamente). Al chiuso dovrete spesso tappare sullo schermo per ottenere un focus manuale e i video vi faranno venire il nervoso se fatti in condizioni di scarsa luminosità.
Tutti questi problemi sono convinto che siano risolvibili con un maggior impegno sul lato software, perché credo che il sensore sia ottimo. Non sono un instagrammatore folle o un fotografo incallito e sicuramente all'utente medio questi problemi resteranno del tutto invisibili, ma credo che un telefono con un hardware del genere non possa avere simili difetti, soprattutto dopo una dichiarazione come quella di Vic Gundotra. 
Google sembra abbia già risposto per quanto riguarda alcuni dei problemi riportati e spero risolva presto questa annosa questione.

- AUDIO


Il Nexus 5 è dotato di un altoparlante mono posto nella parte bassa del telefono. 

I microfoni sono due nella configurazione classica di principale+soppressione rumore.
Dopo aver posseduto un Galaxy S2 e un Galaxy Nexus, mi sono finalmente liberato di uno dei difetti più incredibili dei telefoni moderni: l'altoparlante posizionato sul retro.
Io vorrei incontrare il genio che ha sparso in giro quest'idea brillante e prenderlo a badilate per fargli capire appieno la frustrazione che ho provato in questi anni. Mettere in una posizione simile lo speaker porta il suono a schiantarsi contro la superficie su cui è appoggiato il telefono e perciò a risultare, passatemi il termine, "ovattato". 
La cosa incredibile è che la soluzione esiste e la usa l'iPhone (per citare il più noto) da quando è nato. Mettere l'altoparlante su un lato del telefono, in questo modo il suono non è bloccato da niente e risulta più chiaro e più forte. L'HTC One in questo si è anche superato mettendo gli speaker sulla parte frontale, raggiungendo la migliore resa sonora possibile. Io però sono una persona semplice e mi accontento della soluzione laterale che svolge egregiamente il suo lavoro. 
Sembra che i produttori arrivino alla fine del progetto e poi dicano: "Cavolo ci siamo dimenticati l'altoparlante! Beh, infiliamolo tra il chip 3g e il bluetooth che mi sembra di aver visto un buco".
Per fortuna il Nexus 5 è stato progettato intelligentemente e non soffre di questo fastidioso problema.
L'audio generale è di medio livello, la musica e i video vengono riprodotti con un buon livello di qualità e di db, anche se il suono è poco "ricco". 
L'audio in chiamata è sufficiente ma lo speaker sembra soffrire di più in questo frangente, restituendo una voce un po' troppo robotica e bassa. 
La registrazione è sullo stesso livello del resto del comparto audio, la soppressione del rumore funziona bene ma la voce nei video risulta ovattata e un po' bassa.
Ho notato inoltre che, tenendo in mano il telefono con il palmo aperto, si possono avvertire delle vibrazioni su tutta la parte posteriore del telefono. Il difetto è difficilmente riproducibile e non inficia la qualità generale.

In generale il Nexus 5 si comporta decentemente, anche se, paragonato ad altri top di gamma, risulta peggiore. Lo speaker è decisamente uno dei punti deboli di questo modello, sia per qualità della riproduzione che per livello. Purtroppo questo è il secondo punto in cui Nexus 5 non offre prestazioni da top di gamma.


- ANDROID 4.4

Il Nexus 5 monta Android 4.4 KitKat, l'ultimissima evoluzione del più diffuso OS mobile.
Per poter parlare a sufficienza di questa sezione dovrei fare un altro articolo, perciò darò solo un'impressione generica e globale sul cervello che guida il Nexus 5.
Android 4.4 rappresenta il Godot degli OS di Google. L'eterna rifinitura è finalmente completa. 
Tutto sembra fatto per essere cucito letteralmente addosso al Nexus 5. 

- Il nuovo launcher usa icone più grandi e rende la status bar e i tasti virtuali trasparenti, dando l'impressione che occupino meno spazio.

- L'onnipresente colore blu è stato sostituito da un più elegante e sobrio grigio.
- Google Now è una presenza costante e raggiungerlo è ancora più immediato e come sempre sorprende per funzionalità. 
- Sono sparite le icone multicolore nella status bar e le frecce che indicavano l'arrivo o meno di dati (informazioni superflue).
- Hangouts può ora gestire anche gli SMS.
- Le app possono finalmente andare in fullscreen rendendo status bar e tasti virtuali accessibili tramite uno swype.
- Il dialer telefonico è stato ridisegnato e fornisce anche un servizio di "pagine gialle".
- È stato integrato un nuovo servizio di stampa ed è stato potenziato l'uso dell'NFC.
- Sono state introdotte tante novità under the hood per rendere Android più "leggero" anche su dispositivi con 512mb di ram.

Ovviamente non esiste la perfezione, ad esempio Hangouts potrebbe gestire meglio le conversazioni con messaggi SMS/Web. Google Now è ovunque nella home e il pericolo per la privacy è evidente, inoltre in Italia il servizio non è completo. È stata introdotta l'app "Foto" di Google+ che permette il backup automatico delle foto ma esiste ancora la "Galleria" stock, perché avere due app che sostanzialmente fanno la stessa cosa? Infine l'app della fotocamera è ancora di difficile utilizzo. Possibile che non si riesca a trovare un modo per accedere alle impostazioni in modo veloce e semplice?


Questi piccoli difetti non oscurano l'ottima impressione che KitKat lascia a chi lo usa e posso dire che questa versione di Android è la migliore che abbia mai visto.


- PERFORMANCE E HARDWARE

Qui il Nexus 5 dà il meglio di sé. Sotto il cofano troviamo un processore quad-core Snapdragon 800 da 2.27 GHz coadiuvato da 2GB di RAM e dalla Adreno 330 per la parte grafica. 

Il processore è quanto di meglio si possa trovare sul mercato e non delude le aspettative.
Il telefono semplicemente vola sotto il dito. Non c'è un momento in cui il Nexus 5 non sia pronto a ricevere l'input dell'utente e attento alla qualità della risposta da offrire. La velocità di tutto il sistema è strabiliante. Le app si aprono in un istante e ogni operazione, anche i giochi più complessi, viene gestita senza alcuno sforzo. 
Il risveglio dallo standby mi ha stupito per rapidità, anche nei telefoni più performanti esiste un delay tra la pressione del tasto di sblocco e l'effettiva accensione dello schermo. 
Su Nexus 5 la cosa è istantanea. 
La sensazione che si prova durante l'utilizzo di questo terminale è di profondo piacere.
L'abbondanza di memoria permette al sistema di lasciare in background un numero elevatissimo di applicazioni, spesso mi ritrovo a riaprire di sera app usate la mattina e trovarle nello stesso identico stato. La RAM è così tanta che il sistema non deve quasi mai chiudere qualcosa per recuperarne. 

Il lavoro di Google fatto su Android 4.4 per migliorare la prontezza del touchscreen si vede. La risposta è immediata e l'impegno profuso si percepisce durante tutto l'uso.
Perfino il calore emanato dal telefono è basso rispetto ad altri device (complice più il lavoro di Qualcomm che di LG o Google).

Provando svariati terminali posso dire che questo device non teme confronti velocistici.

Per la connettività troviamo il supporto alle reti 2G/3G/LTE, Bluetooth 4.0, WiFi b/g/n/ac e NFC.

Poco da dire se non che completa alcune delle mancanze che attanagliavano il Nexus 4, anche se in Italia una cosa come l'LTE è, a conti fatti, inutile.
È provvisto di un pool di moderni sensori per tutte le evenienze (non li elencherò!) oltre che della porta Micro-Usb con la possibilità dello streaming dello schermo del dispositivo tramite l'utilizzo dello standard SlimPort.

Non trovo niente da dire di negativo in questa sezione. Il Nexus 5 ha delle performance sempre al top, racchiude in sé le migliori tecnologie esistenti e il calore emesso durante l'uso è molto contenuto. Impossibile chiedere di più.


- AUTONOMIA



Ed eccoci arrivati ad un altro punto caldo di questo telefono. Il Nexus 5 integra una batteria da 2.300 mAh che garantisce una buona autonomia. Si riesce ad arrivare facilmente a fine giornata con un utilizzo medio-alto. Da questo telefono ci si aspettavano meraviglie sotto questo aspetto ma purtroppo i desideri sono rimasti tali.
Non si riesce a capire come mai non sia stata utilizzata una batteria più grande. Basti pensare al fratello LG G2 che ha ben 3.000 mAh di batteria con uno spessore di soli 0.5 mm in più (anche se con dimensioni più generose).
Anche il Galaxy S4 ha una batteria più capiente (2.600 mAh) pur avendo uno spessore inferiore (solo 7.9 mm).
Di per sé il Nexus 5 ha un ridottissimo consumo in standby, questo evita sprechi durante l'inutilizzo, e in più integra al suo interno il nuovo chip Qualcomm QFE1100 che garantisce una miglior gestione del voltaggio erogato alla parte telefonica per evitare dispersione di energia, riducendo calore e consumi.
Inoltre Android 4.4 ha introdotto novità su questo fronte come il low power audio, per riprodurre musica sfruttando un chip dedicato e meno la CPU, e il sensor batching che permette al sistema di attivarsi solo quando un gruppo di eventi sono arrivati dai sensori e non ad ogni singolo evento, in modo da diminuire i risvegli dallo standby.

Tirando le somme si può dire che il telefono è ben bilanciano nelle sue componenti e questo porta la batteria a soddisfare quasi ogni tipo di esigenza durante la giornata, anche se questa è, come tutto il resto della recensione, un'opinione personale. Gli screenshot delle statistiche di Android parlano da soli, per le mie abitudini d'uso non ho avuto grossi problemi ad arrivare a casa con il telefono acceso. 

Noto però come molte altre persone si stiano lamentando parecchio su questo punto quindi non mi sento di esprimermi in modo completamente positivo sul Nexus 5.

In ogni caso, perché bisogna sempre limitarsi a svolgere il compitino quando si potrebbe fare di più? 

L'autonomia è un punto in cui i produttori dovrebbero impegnarsi seriamente, ma puntualmente, ogni anno, gli acquirenti rimangono delusi. È troppo chiedere la certezza di arrivare alle dieci di sera con un 30-40% di batteria, anche con un utilizzo molto intenso?

- QUALITÀ/PREZZO


Questa è di gran lunga la sezione più facile da scrivere. Il Nexus 5 viene venduto in versione da 16GB o da 32GB di memoria (senza possibilità di espansione) con colorazione nera o bianca. Il taglio più piccolo costa 349€, quello più capiente 399€ e sono disponibili direttamente sullo store online di Google. 

Che si può dire? Il telefono è forse uno dei migliori in circolazione come caratteristiche HW e il supporto software è garantito direttamente da BigG per 18 mesi. 
Se siete amanti della fotografia vi consiglio di non optare per il Nexus 5, sul mercato esistono alternative molto più adatte allo scopo (anche se magari più costose).
Anche se fate un largo uso dell'altoparlante o se spesso usate il vivavoce in chiamata sconsiglio questo modello. La cura posta nel comparto audio è assolutamente sotto le aspettative.
Se invece volete un telefono in grado di gestire qualsiasi cosa senza batter ciglio e vi accontentate di una fotocamera non eccelsa e di una riproduzione sonora mediocre, Nexus 5 è il telefono che fa per voi. 

All'inizio di questo post avevo intenzione di rispondere ad una domanda: ho fatto una scelta avventata? 

La mia risposta personale è un sonoro no.
Anche sommando i difetti più eclatanti (fotocamera e audio) credo sia impossibile trovare un telefono equiparabile al Nexus 5 ad un prezzo di 349€.
Sto minimizzando i difetti di fronte al prezzo? In parte sì. 
349€ è davvero una cifra troppo bassa per non riuscire a sorvolare su alcuni punti in cui il telefono non brilla ma svolge comunque un compito decente.
L'autonomia in particolare è un punto in cui forse solo il G2 potrebbe discostarsi pesantemente dalla concorrenza (taglio fuori i phablet, o fonblet, che giudico un diverso settore).
Certo facendo un confronto senza contare la spesa necessaria allora sì, il Nexus 5, sommando tutto, uscirebbe ammaccato, ma io sono dell'idea che sia impossibile giudicare 2 cose senza tenere conto del prezzo. 

Con 409€ ho comprato un telefono ben costruito, dalle prestazioni sbalorditive, con un ottimo schermo, 32GB di memoria, i più moderni sistemi di connettività, una fotocamera e un audio decenti, una buona autonomia e con un OS curato da Google per i prossimi 18 mesi (senza contare il supporto di sviluppatori esterni).


Voi avreste saputo fare di meglio? 





p.s. Avrei voluto mettere più foto fatte direttamente dal Nexus 5 ma purtroppo non ho né esperienza sufficiente né una piattaforma adatta affinché risultino piacevoli nel mezzo della recensione, anche se alcune le ho inserite lo stesso (soprattutto per mancanza di alternative).

lunedì 16 settembre 2013

Se Maometto non va alla montagna...

Qualche giorno fa sono venuto a conoscenza di un post tramite Twitter, il link è il seguente:

Il nuovo iPhone è vincente, perché la tecnologia è nulla senza usabilità.

Mi è stato chiesto di esprimere un'opinione su quello che vi è scritto ma, essendo Twitter una piattaforma poco propensa ai lunghi dialoghi, ho preferito esporre direttamente all'autore le mie perplessità su ciò che leggo.
Ora, mi piacerebbe dire "chi è interessato al commento potrà trovare tutto nel link sopraindicato", ma purtroppo il mio commento non è sopravvissuto. Ha combattuto strenuamente e con sprezzo del pericolo contro le barriere della moderazione ma è stato sconfitto.
In tutta onestà un po' me l'aspettavo e quindi, per non lasciare voi a bocca asciutta dopo cotanto preambolo, smembrerò l'eroico commento per farne un post sul mio di blog, qualcosa che nessuno può moderare (tiè).

Salto completamente la prima parte del pezzo e mi associo alla sua definizione di "pippone", non potrei essere più d'accordo, aggiungo solo che ho fatto fatica a continuare dopo la frase su Steve Jobs (mio limite personale).
L’NFC in sostanza – sottostando al limite tecnologico della prossimità – ha come vantaggio il fatto che invece di tirar fuori il portafoglio, tiro fuori il telefono. Non male, vero? E per rendere possibile questa meraviglia devo necessariamente ricordarmi un PIN, una password, procurarmi un telefono NFC ready, devo avere fatto un accordo con un operatore telefonico che mi fornisce una SIM abilitata e sperare che abbia un’accordo con la mia banca, altrimenti o cambio operatore o cambio banca. Sfatiamo poi la bufala che puoi girare senza portafoglio perché – come con le carte di credito – i documenti te li chiedono uguale, e i conti sono presto fatti.
Non mi voglio ergere come difensore dell'NFC, personalmente l'avrò usato 2 volte, però come difensore della logica e del buon senso sono sempre disponibile.
Come qualsiasi tecnologia "nuova" (qualcuno ha detto RFID?) anche l'NFC arriva e trova impreparato il mondo, non possiamo pretendere che tutto si adatti nel giro di 1 secondo all'ultima evoluzione. L'NFC però ha dalla sua il fatto che il mondo ci crede parecchio e perché funzioni ha bisogno di un qualcosa di molto basilare, un trasmettitore e un ricevitore. Per quanto riguarda il primo ormai quasi tutti i nuovi telefoni integrano la tecnologia NFC, almeno quelli delle marche più note, mentre per il problema ricezione le stazioni abilitate sono in aumento ovunque, basti pensare che secondo uno studio promosso dal Politecnico di Milano entro fine anno saranno 170mila i pos abilitati (ricevitore) e 6 milioni i telefoni in circolazione abilitati (trasmettitore), questo solo in Italia.
Il problema delle Sim e degli operatori poi è solo italiano e, nonostante tutto, in fase di risoluzione: tutti si stanno impegnando per siglare accordi con tutte le banche. Come prima, è solo una questione di (poco) tempo.
Non male per una tecnologia sdoganata sui telefoni da meno di 3 anni (supporta dai maggiori OS da ancora meno).
Personalmente, se potessi, userei subito il mio telefono per questa funzione. Non è niente di trascendentale, certo, ma è pur sempre comodo. Mi capita spesso di lasciare qualche carta a casa, non capita mai di lasciare lo smartphone a casa (poi magari è scarico, la sfiga).


Insomma una cosa ancora troppo da nerd e poco da persone comuni, lo ammetto, ma parliamo dell'alternativa proposta dal lui: un telefono con lettore di impronte digitali con scambio di dati via bluetooth (iPhone 5S + iBeacon).
Non ci siamo: nel mondo ideale, nel mondo realmente mobile io PRETENDO l’usabilità, che non mi costringa ad andare in cassa, ma che un commesso mi porti il mio sacchetto in qualsiasi angolo io sia del negozio. E poi voglio che nessuno mi chieda il documento perché il sistema di verifica dell’identità a bordo del device sia “non ripudiabile” (ad esempio un’impronta digitale), non che debba tirare fuori ANCHE il portafoglio per darlo alla cassiera. Nel mondo ideale io uso il mio telefono al supermercato per fare il self scanning dei prodotti, voglio chiudere la spesa e pagare direttamente dal telefono senza mettermi in coda in cassa e andare a casa. 
Tralasciando la troppo futuristica visione del commesso che mi porta la spesa (Ci vorrebbero più commessi che clienti), la cosa veramente illogica è che viene paragonata una tecnologia di comunicazione (NFC) con un telefono (iPhone), sottolineando caratteristiche che un qualsiasi smartphone dotato di tecnologia NFC potrebbe avere, ad esempio:
1) Un lettore di impronte, evitando così l'incredibile onere di ricordarsi un PIN (cosa non sempre necessaria, tra l'altro) e la scocciatura di tirare fuori i documenti, due dei problemi citati da dall'autore.
2) Un lettore per fare il "self scanning" dei prodotti, altro problema che con l'NFC sembra insormontabile.
3) Chiudere la spesa, qualsiasi cosa significhi, si potrebbe fare in ogni caso.
L'unico vero problema che resta è la distanza, ma anche in questo caso, oggi, con iPhone 5S non posso fare niente, perché quanti pos ci sono nei negozi che, oggi, supportano questo tipo di transazioni? nessuno, credo. Anche se esistessero non avrebbero il livello di penetrazione che ha già oggi l'NFC.
Inoltre la distanza può essere un problema ma anche una sicurezza, nessuno può intromettersi tra pos e telefono in 5cm di spazio.
Vedendola da questo punto di vista, Apple forse ha preparato la strada per il futuro ma nel presente non noto alcun cambiamento (questa affermazione sarà facilmente verificabile nel prossimo anno, vedendo il numero di transazioni effettuate con iPhone 5S).
Vorrei inoltre sottolineare come [(Lettore di impronte) != (Esclusiva iPhone)].
Qualunque produttore volendo può dotare i suoi smartphone di questa caratteristica e la cosa è già avvenuta 2 anni fa con l'Atrix, ma, giustamente, quella era Motorola non Apple e quindi nessuno si è permesso di fare tutto questo clamore. 
In fondo, del lettore di impronte digitali, a nessuno importa un accidente. Che l'abbia l'iPhone 5S, quello si che importa.
Tirando le somme, l'affermazione:
Queste cose anche volendo non le posso proprio fare con NFC, ma posso invece farle con – guarda caso – l’iPhone 5S.
è, a mio modesto parere, palesemente falsa.

Continuiamo.
Trovo incredibilmente ridicolo che ci sia stata un’ondata di strali per il costo dell’iPhone 5C (che è solo leggermente meno costoso del 5S), generata da un gruppo di tromboni analisti che nella loro suprema idiozia pensavano che la C stesse per “cheap”, quando invece sta per “Colour”. Se la sono cantata e suonata da soli, ora si indignano per una cosa mai detta da Apple. È un prodotto Apple e per definizione costa tanto, è tutto colorato, plasticoso, si sono già sprecate le immagini che lo paragonano ai colorati Nokia Windows Phone, in USA viene offerto ad un prezzo davvero basso se legato ad un contratto con un operatore, e così sarà sicuramente anche da noi (ricordiamoci che è Apple che impone i prezzi). Non è difficile prevedere che sarà l’iPhone più venduto di sempre, e quella che molti chiamano EPIC FAIL (la copertura parziale della scritta iPhone sul retro con le nuove cover Apple tutte gommose e bucherellate) non inficerà minimamente le vendite.
Sono quasi d'accordo su questo passaggio se non per il fatto che Apple, al posto di vendere i vecchi telefoni ad un prezzo più basso, come negli anni passati, ora prima li plastifica (quella brutta vecchia plasticaccia da plebei) e poi li vende ALLO STESSO PREZZO. Non prendiamoci in giro, iPhone 5C non è altro che il buon vecchio iPhone 5 con la plastica al posto dell'alluminio.
Quindi, in realtà, il prezzo è uguale a quello che sarebbe stato per iPhone 5 ma il telefono è fatto di materiali più economici. Se non è una presa in giro questa.

Ma se tutto quello che ho appena detto può essere dettato da preferenze personali (comodità, usabilità, sicurezza, bellezza ecc) quello che dice negli ultimi paragrafi mi sconvolge per la mancanza di obiettività.
Mi stupisce invece che – vista la differenza prestazionale e direi generazionale – l’iPhone 5S costi solo poco di più. Senza scendere troppo nei tecnicismi, è il primo smartphone a 64 Bit (processore A7), ed ha un coprocessore (M7) che consente all’iPhone di “capire” che succede intorno a lui e adattarsi. [...] I detrattori diranno “tzè, roba che nel Galaxy S4 c’è da tempo”
Stupito?
Il fatto che un processore sia a 64bit non ne aumenta il costo, è una normale evoluzione delle cose. Apple ha le licenze ARM ed è ARM che ha sviluppato l'evoluzione della sua architettura introducento ARMv8. Apple ha preso quel design e l'ha personalizzato, come fa ogni anno. La stessa cosa che fanno Qualcomm e Samsung con i loro processori, tanto per citare i 2 produttori più importanti. Loro non creano l'architettura, modificano solo quella che ARM sviluppa autonomamente, mi sembra quindi assurdo pensare che ad Apple la cosa sia costata di più rispetto al solito.
Senza poi contare che non ci sarà alcun aumento delle prestazioni rispetto all'uso di una cpu 32bit, almeno nel breve periodo, poiché non tutte le applicazioni traggono vantaggio da un simile processore e in ambito mobile ancora meno.
Anche le domande sul perché Apple abbia fatto questa scelta mi lasciano perplesso. Proverò a spiegarvi i miei dubbi con un piccolo dialogo. Io, cliente generico, voglio creare un nuovo SoC per i miei dispositivi.

Cliente: "Buongiorno (l'educazione prima di tutto), qual'è l'ultima revisione dell'architettura che mettete a disposizione?"
ARM: "Buongiorno a lei! Abbiamo appena sviluppato ARMv8! È fantastica e pensi è anche a 64bit!"
Cliente: "E sti cazzi? Io voglio la più recente non mi interessano le diavolerie che fate voi nerd."

Non è che vado e dico: "No grazie, preferisco l'ARMv7 perché dei 64bit non me ne faccio niente".
Che cavolo di interesse avrei nello sviluppare un nuovo SoC con una vecchia revisione di un architettura?
Contando che non offre niente di meno ma solo di più?
Semplicemente Apple, Samsung, Qualcomm ecc, sviluppano i loro SoC modificando l'ultima architettura disponibile, non avrebbe senso farlo con una più vecchia.
Per questo credo che l'anno prossimo potremo facilmente vedere i 64bit anche in tutti gli altri SoC.
Inutile, secondo me, farsi pippe mentali sui futuri progetti Apple.

L'altro aspetto che "stupisce" l'autore è la presenza di coprocessore, posso solo immaginare il suo stupore nello scoprire che il SoC Motorola X8 ha all'interno ben 2 coprocessori, uno per il natural language processor e l'altro con le stesse funzioni dell'M7 di Apple, eppure il Moto X non costa tanto quanto un iPhone 5S.

Sottolineo inoltre che il Galaxy S4, che lui cita, non ha niente di simile al suo interno. Così, tanto per informazione.

Infine il discorso sulla fotocamera.
inutile avere 41 Mpixel (vero Nokia?) se poi hai una densità assurda sul sensore: meglio avere pixel più grandi. Chi ha qualche competenza di fotografia e usa una camera Reflex sa che case come Canon e Nikon da tempo fanno così: stessi megapixel, sensori sempre più grandi. L’accoppiamento con una lente vera, f/2.2, il doppio flash adaptive, ma sopratutto la possibilità di fare video in Slow Motion in HD (a 720p) a 120 frame al secondo, beh, Camilleri direbbe che hanno calato il carico da 11 a briscola.
Non mi dilungherò nello sciorinare specifiche tecniche o nello spiegare l'oversampling o altri dettagli ma mi limiterò a far notare che oggi il Lumia 1020 è il miglior smartphone sotto quel punto di vista, nonostante l'inutilità, a detta sua, dell'avere 41Mpixel. Presto vedremo cosa sarà in grado di fare il nuovo arrivato.
Senza contare che tutte le caratteristiche che lui cita sono presenti in tutti i telefoni di fascia alta e non sono niente di speciale, normale amministrazione. A questo punto parliamo del Galaxy Note 3, che registra video in 4K, questa sì che è una cosa realmente atipica e speciale (per quanto assurda).

In conclusione, cosa ne penso io dell'iPhone 5S? Un miglioramento dell'iPhone 5. Niente di più di ciò che sono stati il 3Gs o il 4S. L'uso dei 64bit è in preparazione di un futuro ancora lontano, con quasi nessun cambiamento nel presente, una cosa che faranno anche gli altri produttori perché non è un'innovazione ma un naturale miglioramento.

Leggendo il post linkato all'inizio, fatico a trovare un pensiero che non sia dettato da una passione personale per il marchio Apple, ma in fondo, probabilmente, non era sua intenzione produrne di diversi, vista la scritta "iOS evangelist" spuntare ai piedi del pezzo. L'unica altra cosa che solo riuscito a percepire chiaramente leggendo l'articolo è l'incredibile arroganza di chi scrive, tipica di chi ha ben poco da dire o ignoranza da nascondere.

Cosa ho capito da tutto questo? Non cercare più di argomentare con un fanboy evangelist SteveJobsperchéteneseiandatocimanchi, perdi tempo e poi vieni moderato malamente.

Tutti i dati e le informazioni che ho scritto sono recuperabili in rete perciò non citerò alcuna fonte, sicuro che chi vorrà potrà trovarli con facilità (anche perché non ho voglia di farlo).
Il commento originale era un po' diverso da quanto ho scritto qui, molto più mite e meno sarcastico, ma essendo qui a casa mia ed essendo stato respinto, me ne frego e scrivo peste e corna.
Mi scuso in anticipo per la lunghezza del mio post ma non ho avuto tempo in questi giorni di scrivere qualcosa di più decente.
Ma in fondo non mi aspetto che qualcuno lo legga =)

mercoledì 28 agosto 2013

Forse si può cavare sangue da una pietra

Ricordo l'ultima discussione che feci con mio padre. Ero già consapevole della gravità delle sue condizioni di salute ma, stupidamente, non mi tirai indietro. Mio padre era solito tacciare come "frutto dell'inesperienza e della gioventù" ogni pensiero politico, mio e di mio fratello, in contrasto con una sua particolare visione, era una persona che se credeva in qualcosa non cedeva di un millimetro. Io vedevo in tutto ciò una mancanza di rispetto, come se le mie opinioni in questo campo valessero zero, solo per la mia età anagrafica o il mio modo di pensare. Quel giorno dissi a mio padre che io ho sempre mostrato rispetto nei suoi confronti ma lui non faceva altrettanto con me. Era già in ospedale e mi sono trovato a stare ore con lui senza dire una parola, perché quelle parole gli fecero male. Forse è stata l'ultima volta in cui ho potuto discutere con mio padre in maniera lucida. Le sue condizioni peggiorarono rapidamente e dopo l'intervento non c'era più niente di quello che era stato mio padre.
Anche da quella brutta discussione vorrei tirare fuori qualcosa di buono. 
Negli ultimi anni il nostro rapporto si era incrinato e avevo smesso di vederlo come un eroe, mettevo spesso in dubbio quello che diceva e mi ricordavo sempre più dei suoi difetti e sempre meno dei pregi. Ho iniziato a sperare di non diventare come lui, odiavo certi suoi modi di fare. Credevo di star crescendo e star abbandonando quella visione infantile del "super-papà". Quelle parole sputate con rabbia rappresentarono il fondo di questa "crescita". 
Mettendo in ordine le sue cose e occupandomi, insieme al resto della mia famiglia, di ciò che lo riguardava, ho potuto riscoprire tante cose di lui che non ricordavo o che non capivo. Il suo archiviare e etichettare ogni cosa per un "possibile uso futuro" era una perdita di tempo per me, fino a quando grazie al suo ordine abbiamo potuto sistemare tante cose altrimenti impossibili da districare. La sua visione della Famiglia, non in senso ristretto di moglie e figli ma in larga scala, ho capito solo ora quanto sia importante. La sua lungimiranza nel lasciarci un promemoria di vicende di famiglia delle quali eravamo all'oscuro, solo per me e per mio fratello, per quanto poco potesse trasparire mi ha fatto capire quanto ci volesse bene e quanto rispetto e stima avesse nei nostri confronti.
Quella discussione voglio vederla come un male necessario. Ho dovuto sbatterci la testa per capire che stavo sbagliando. Riguardandomi indietro ora non sono triste o rammaricato ripensando a quel giorno, sono consapevole che senza di esso non mi sarei ricordato tanti aspetti di lui che stavo scioccamente eliminando.
Non voglio elogiare mio padre solo perché non c'è più, non sono il tipo, voglio solo attribuirgli quello che lui era in realtà e che io ho potuto (ri)vedere solo quando lui è scomparso.
Non era perfetto ma devo ammettere che per tante cose ora vorrei diventare come lui.

"Lui è il miglior informatico della Lombardia"
Carmelo Accolla


sabato 17 agosto 2013

Prologo


Ero solito scrivere frasi e pensieri che la mia mente partoriva in determinati momenti, perlopiù tristi, conservandole gelosamente, lontane da occhi indiscreti. Un giorno smisi, non so bene perché. Era l'inizio di una sorta di "regressione socio-emotiva" che ancora oggi mi porta a tenere nascosti i tratti del mio carattere più fragili, quelli che forse mi rendono più "umano". Lo facciamo tutti, in misure diverse, ma credo che il punto dove sono arrivato non abbia più un solo lato positivo. 
Si può nascondere quello che si sente ma non si può smettere di provarlo.
I recenti avvenimenti della mia vita hanno fatto scattare qualcosa in me, sto riordinando le mie priorità, anche se per alcune è ormai troppo tardi. Mi piace pensare che anche da una cosa orribile e ingiusta si possa tirare fuori qualcosa di buono. Ho capito di vivere troppo spesso preoccupandomi di inezie senza pensare alle cose realmente importanti, suona come un cliché ma ho amaramente scoperto che è la verità.
L'unica persona con cui riesco a parlare di parte di ciò che ho dentro mi ha suggerito di aprire un blog, senza pretese, dove riversare quello che voglio. Eccomi qui.
Non scriverò con regolarità, non scriverò di un argomento solo e non lo farò per destare reazioni nelle persone (non so neanche se scriverò ancora), scriverò quando avrò voglia e quanto avrò voglia, solo per me.
Il nome che ho scelto per questo spazio (grazie all'aiuto della solita persona) rispecchia il mio modo di propormi al mondo, un modo freddo e calcolato forse, ma sicuro. Faccio della logica il mio faro.
In effetti spero che il titolo non influenzi troppo i contenuti.
Si parte!

"Lei non c'è più e il presente è un vuoto che ricopio sui miei maledetti appunti" 
(Leonard Shelby - Memento)